Storia e stile dell'Ospedale Militare

L’Ospedale Militare fu costruito tra il 1863 e il 1866 in via Fabio Severo, al tempo via Commerciale Nuova. Il complesso, attribuito all’ingegner Luigi Buzzi, si componeva di tre unità:

• la casa del Comandante
• l’edificio intermedio ad “H” 
• l’edificio “Infettivi”

In precedenza la stessa funzione era stata svolta per circa un secolo da un’ala della Caserma Grande, ora demolita, che si trovava tra le attuali Via Carducci e Piazza Oberdan. L’edificio di via Fabio Severo mantenne la sua funzione per oltre un secolo, nonostante i cambi amministrativi. Costruito in epoca austro-ungarica, passò al Regno d’Italia e negli anni tormentati della seconda guerra mondiale seguì le vicende politiche della città contesa tra Italia e Jugoslavia, passando per l’amministrazione alleata. Mantenne immutata la sua funzione fino al alla fine degli anni Ottanta, quando venne chiuso. Da allora l’edificio fu abbandonato e seguì una fase di degrado durata circa quindici anni, quando il Demanio lo concesse in utilizzo gratuito perpetuo all’Università degli Studi di Trieste. La destinazione d’uso è prioritariamente quella di residenza universitaria ed è con questa finalità che è stato avviato un restauro complesso e impegnativo che ha coinvolto l’edificio per circa un decennio.

Stile del complesso


Nella seconda metà dell’Ottocento Trieste vive un momento di particolare fortuna grazie alla grandissima importanza del porto e alla costruzione di una nuova ferrovia che la collega alle maggiori città dell’Impero austro-ungarico. Testimoni silenziosi di questa fase di ricchezza sono gli edifici cittadini, contraddistinti dai diversi stili architettonici, dal neoclassico all’eclettico, per poi passare al Liberty nei decenni successivi.

L’Ospedale militare rientra tra gli edifici neogotici, parte importante dell’eclettismo ottocentesco, che trova notevoli collegamenti anche negli edifici d’oltralpe.

“L’autore delle architetture del complesso dell’Ospedale Militare, riprendendo forme, proporzioni e caratteri del linguaggio gotico, ha proposto in termini rievocativi i segni del passato realizzando un ambiente che non lascia indifferente il visitatore, riportandolo idealmente a riflessioni su questi temi e su quelle correnti rituali.”

L'intervento di recupero è stato realizzato grazie al contributo di

 


 


 

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